Mastai c’è. L’artista di Via del Pratello

A cura di Francesca Renda

Il documentario racconta l’ultima tappa della vita di Roberto Mastai trascorsa a Bologna in via Pietralata, vicino alla popolare Via del Pratello. Da sempre beneamato dai residenti e dai lavoratori del quartiere, Roberto Mastai trascorreva lunghe ore nelle osterie e nei bar del Pratello, intessendo legami unici grazie alla sua personalità passionale e creativa. Si divertiva a disegnare e dipingere su supporti di ogni genere (tovaglioli, cartoni, carta paglia e compensato), e a scrivere poesie irriverenti e nostalgiche al tempo stesso. Privo di qualsiasi interesse speculativo, donava le sue creazioni ad amici che ancora oggi le conservano con amorevole cura. Per questo motivo il Pratello si presenta quasi come un museo indipendente dedicato alla memoria e all’arte di Roberto Mastai.
Il progetto nasce dalla volontà di far luce sull’attività creativa dell’artista chiavennasco segnata dalla spontaneità, dalla passione e dall’originale soluzione nella ricerca frenetica di materiali.
Le testimonianze e i ricordi delle persone che lo hanno conosciuto sono stati una fonte preziosa nella ricostruzione del suo percorso artistico e umano.
Il documentario è stato realizzato da Francesca Renda con l’assistenza di Alberto Canepa e in collaborazione con l’Osservatorio Outsider Art.
Si ringrazia l’Associazione la Curt di Asén (Chiavenna) e tutti i locali di Bologna che hanno preso parte al progetto: Macondo, Bar Piratello, Mutenye, Barazzo, Centro Sociale per la Pace, Osteria Quanto Basta e la Tabaccheria del Pratello.

Biografia di Roberto Mastai

Terzo di tre fratelli, Roberto Mastai nasce il 2 settembre 1953 a Chiavenna (Sondrio), un paese che – sebbene lasciato in giovane età – fa da sfondo ad alcuni dipinti o disegni realizzati dall’artista in età matura.
Due elementi sono costanti nella sua vita: la creatività e il bisogno di viaggiare. Si dedica all’arte sin da bambino, da giovanissimo frequenta la Scuola d’Arte di Cantù, ma pur non approfondendo i suoi studi, porta avanti questa passione fino alla fine dei suoi giorni. A diciott’anni inizia i suoi primi viaggi: si reca a Milano per frequentare la facoltà di Filosofia (senza mai terminare gli studi) e poi torna a Chiavenna dove apre il bar La Curt di Asén (adesso trasformatosi in un’associazione in sua memoria).
Dopo questo secondo periodo a Chiavenna, Mastai inizia la sua peregrinazione lungo l’Italia e il resto del mondo: vive per un periodo a Londra, ma anche a Firenze, Venezia e Rimini; visita Brindisi e la Sardegna, ma anche Parigi, Creta, Lisbona, Barcellona e il Cile; infine giunge a Bologna nel 2007, dove si spegne all’età di 59 anni, il 20 gennaio 2013.
Tra i soggiorni più significativi per la vita di Mastai c’è sicuramente quello di Rimini, città in cui torna più volte durante la stagione estiva – dagli anni ’80 all’inizio dei 2000 – dove lavora come cameriere, cuoco o lavapiatti, ma dove contribuisce anche alla fondazione del circolo Arci “Quadrare il cerchio”, un luogo di fermento culturale per la Rimini degli anni ’90.
Per assecondare la sua passione per la letteratura si dedica dal 1985 al settore editoriale, occupandosi della promozione e della vendita di libri nei mercati delle piazze italiane. Dal 2007 al 2011 collabora con la casa editrice Barbés in qualità di illustratore. Nel corso di quattro anni, Mastai realizza circa 300 copertine (Nella corrente di Huysmans, Sei Stato tu di Poe, tra le molte), e si occupa dell’illustrazione di una decina di classici della letteratura tra cui: Lulù di Frank Wedekind, Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde, La morte di Ivan Il’ic di Lev Tolstoj, Memorie dal sottosuolo e Le notti bianche di Fëdor Dostoevskij. Nel 2011 pubblica il libro satirico L’Italia sta scappando dagli italiani.
La scrittura, così come il disegno, riveste un ruolo cruciale nell’attività creativa di Mastai tanto da accompagnare spesso le sue raffigurazioni; le sue poesie – numerose e spontanee – sono state raccolte da alcuni amici in un volume di cui una copia è attualmente conservata al Bar Piratello (Bologna).
La città di Bologna rappresenta l’ultima tappa della vita di Mastai. Nel capoluogo emiliano-romagnolo, l’artista continua la sua attività di disegnatore e poeta autodidatta, sempre con quello spirito appassionato, ironico e inquieto che contraddistingue le sue opere. Partecipa alle attività e alle feste di quartiere, facendosi benvolere dai residenti e dai lavoratori che ancora oggi lo ricordano con grande affetto. Lavora anche per la Biblioteca Sala Borsa della città, dove prima si trovava una grande tela realizzata da lui in collaborazione con Marco Perroni, adesso conservata nei magazzini del locale Mutenye in Via del Pratello. Privo di qualsiasi interesse speculativo, Mastai creava freneticamente barattando o donando le sue opere ad amici e conoscenti. La maggior parte, infatti, sono esposte nei locali di Via del Pratello, o sono conservate nelle abitazioni private di amici, non solo a Bologna, ma anche in città come Rimini, Firenze e Chiavenna. Alcune opere sono oggi esposte presso il locale Tasca Mastai, a Lisbona, aperto da due ex-lavoratori (e amici) di Via del Pratello.
Le opere figurative, così come i versi composti da Mastai, presentano da un lato gli elementi crudi della vita notturna (carnale, ebbra, amara), dall’altro contesti favolistici e giocosi abitati da animali e personaggi d’invenzione. I supporti prediletti sono i materiali poveri o di riciclo: carta paglia, cartone, compensato, tovagliolini e parti di mobilio inutilizzate. Le linee di contorno spesse, la stesura irregolare del colore di riempimento, ma soprattutto le espressioni beffarde e l’ossessione per gli occhi – spesso spalancati e moltiplicati – rendono le raffigurazioni di Mastai facilmente riconoscibili. Uomo generoso e sensibile, Mastai era anche dotato di una grande ironia che si riversa con naturalezza nelle sue opere: una traduzione materiale del suo sentire.